Meno di una bottiglia in PET su due in Italia è riciclata, per l'esattezza 211.472 tonnellate riciclate su un totale di 474.804 tonnellate immesse al consumo. Il 44 ,53% *. Tutto il resto va in discarica e spesso finisce nel mare.
Il PET è riciclabile al 100% ma il sistema italiano si concentra sulla percentuale di raccolta differenziata rispetto all' indifferenziato, come se l'obiettivo di riciclo non fosse l'essenziale ragione della raccolta differenziata. Eppure, economicamente il riciclo conviene, la sola mancata vendita all' asta da parte del consorzio COREPLA di queste bottiglie rappresenta circa 126 milioni di euro (valore medio dichiarato*).
Il costo ambientale invece è incalcolabile, basta pensare che in natura il PET non è assolutamente biodegradabile. Si incomincia solo ora a misurare dopo pochi decenni le conseguenze disastrose nel suolo e nel mare di un massiccio utilizzo della plastica nel packaging alimentare. Nel mondo oggi, con un ritmo allucinante di produzione di 20000 bottiglie plastiche ogni secondo, meno della metà delle bottiglie è riciclata e solo il 7% riusata per produrre nuove bottiglie (ciclo di vita bottle to bottle) **. Siamo lontani da un economia circolare.
In questo contesto, la diffusione in Italia di postazioni automatiche premianti, del tipo reverse vending machines già attive in tantissimi paesi, potrebbe permettere di raggiungere velocemente invidiabili livelli di riciclo del PET fino al 93,5%*** come in Germania.
La raccolta automatizzata delle bottiglie : una soluzione per perfezionare una raccolta selettiva adeguata e una sensibilizzazione reale del pubblico al riciclo.
Riciclare il PET in Italia si può fare.
* relazione COREPLA 2016
*** Petcore Europe